In che anno ci fu il tifo in Italia?
In che anno ci fu il tifo in Italia?
Nell'Italia meridionale si ebbero, nel 1943-44, epidemie di vaiuolo e di tifo esantematico (malattie da molti anni scomparse dal territorio italiano), sulla cui entità poco si può precisare, perché a causa degli eventi bellici mancò una esatta raccolta di dati.
Che malattia c'era nel 1945?
Nel 1945 i morti per tubercolosi sopravanzarono quelli osservati nel 1939 di oltre 8000 casi, con un tasso di mortalità specifico passato da 7 per milione di abitanti, dopo di che la mortalità per tubercolosi riprese l'andamento decrescente già presente negli anni '30, per scendere a 475 morti per milione nel ...
Che cosa sono le malattie infettive?
Informazioni generali. Una malattia infettiva è una patologia causata da agenti microbici che entrano in contatto con un individuo, si riproducono e causano un'alterazione funzionale: la malattia è quindi il risultato della complessa interazione tra il sistema immunitario e l'organismo estraneo.
Quando è nato il tifo?
Nel 1880, Karl Joseph Eberth, contemporaneamente a Robert Koch, vide e descrisse per primo il bacillo che ritenne l'agente eziologico del tifo addominale. Il bacillo fu chiamato Eberthella typhi. Nel 1884, Georg Theodor August Gaffky per primo isolò una salmonella dal tessuto splenico di un paziente.
Quando nasce la febbre tifoide?
La febbre tifoide è una malattia sistemica caratterizzata da febbre con esordio progressivo. Dopo una o due settimane di incubazione la temperatura corporea sale tra i 39 e i 40 gradi.
Quale epidemia ci fu nel 1940?
Un pericolo sempre in agguato. Il pericolo più grave che incombeva sempre su tutti i campi di concentramento era quello delle epidemie di tifo esantematico (o petecchiale), trasmesso dai pidocchi. Ad Auschwitz, i primi detenuti malati furono individuati verso la fine del maggio 1942.
Come si sviluppa una malattia infettiva?
Le malattie infettive sono la conseguenza del contatto tra batteri, virus, funghi o parassiti e l'organismo umano. La trasmissione può avvenire per contatto da persona a persona, attraverso punture o morsi di vettori, ingestione di acqua o alimenti contaminati.