Cosa vuol dire quando ti chiamano bambola?

Cosa vuol dire quando ti chiamano bambola?

Cosa vuol dire quando ti chiamano bambola?

In senso fig., riferito a ragazza o giovane donna col volto bello, liscio e roseo, ma insignificante, privo di espressione: come ha fatto a innamorarsi di quella b.?; anche come vezz. affettuoso: senti, bambola!; o per esprimere ammirazione: che bambola!

Chi ha inventato le bambole?

Le prime bambole delle civiltà greca arrivano dalla Beozia precisamente nell'ottavo secolo a.C., avevano figure geometriche e disegni di animali raffigurate sul corpo, che era a forma di campana, generalmente il materiale utilizzato era la creta in quanto poco costoso perché facile da trovare, ma utilizzavano anche ...

Come si dice bambola in italiano?

Dal vocabolario italiano: Bambola bambolotto, pupazzo, fantoccio, manichino, ragazza molto bella, bellezza, vamp, pupa...

Qual è il vezzeggiativo di bambola?

bamboletta Il vezzeggiativo di bambola è "bamboletta". Tale nome, così come accade per i vezzeggiativi, denota in modo affettuoso la parola originaria (bambola).

Quando fu inventata la prima bambola?

Le prime bambole erano tutte "femminili" adulte che rappresentavano donne ben vestite. La Grande Esposizione di Londra del 1851 vide la prima apparizione di bambole per bambini con teste rotonde e membra morbide e arcuate, create dalla fabbricante londinese signora Montanari.

Quanto costa una bambola di porcellana?

Le bambole di porcellana possono valere pochi euro fino ad arrivare a cifre che sfiorano i 10000 euro, per non parlare di alcuni casi d'eccezione come ad esempio la bambola di Abert Marque del 1916 che è stata venduta all'asta per ben 300000 dollari.

Come si dice shampoo in inglese?

shampoo: Traduzione in inglese di shampoo shampoo: uno — per capelli grassi, a shampoo for greasy hair |farsi uno —, to shampoo one's hair.

Cosa vuol dire temperino in inglese?

1 penknife, pocket knife, jackknife. 2 (temperamatite) pencil sharpener.

Quali sono i vezzeggiativi?

In partic., e più comunem., si chiamano vezzeggiativi (di solito come s. m.) quei derivati di sostantivi e anche di aggettivi, talora di verbi, che connotano affettivamente la parola originaria; sono formati con gli stessi suffissi dei diminutivi, soprattutto -ino, -étto, -ùccio, come fratellino, carino, nasetto, ...

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