Cosa vuol dire mi sei cara?

Cosa vuol dire mi sei cara?

Cosa vuol dire mi sei cara?

che è oggetto di amore, di affetto; amato, benvoluto [+ a]: un caro amico; una persona cara; un ricordo molto caro; un professore caro ai suoi studenti | appellativo affettuoso o modo confidenziale di cominciare una lettera: Cara mamma, ti scrivo | in usi ironici o per esprimere risentimento: ma che caro!; caro lei, mi ...

Che significa spoilerare in italiano?

tr. Rivelare in anticipo in parte o del tutto la trama di un racconto, romanzo, film o simili. E alla fine scopro che la colpa più grave per chi frequenta il mondo web è... spoilerare!

Quando mettere l'accento su FA DA TE?

oggetto quando si vuol dare a questo forte rilievo (hanno chiamato me, non te; volevano proprio me, ecc.), dopo preposizione (si tratta di me; somiglia a me; vieni con me; la colpa ricade su me; l'ha saputo da me; tra me e lui), nelle esclamazioni (povero me!; me misero!; o me infelice!), nelle comparazioni dopo come o ...

Cosa può significare che?

In proposizioni interrogative, dirette o indirette, significa «quale cosa» e può avere funzione di oggetto, di predicato o di complemento: che sarà di noi?; che è questo rumore?; di che ti lamenti?; non so con che viva; non voglio aver che fare con lui.

Cosa vuol dire ciao cara?

«Ciao caro». ... «Ciao caro» è il «salve» del 2019. Un saluto buono per tutti gli usi, per simulare confidenza quando non se ne ha, per cavarsela quando non ci si ricorda bene con chi si ha a che fare, quando si ha quel rapporto conosco-non-conosco di cui è fatta quella strana insalata mista che è la nostra vita pubblica.

Dove va accento?

Va e va' sono due ➔omonimi. Va' al diavolo! La grafia , con l'accento, che talvolta si incontra sia per l'indicativo, sia per l'imperativo, è in entrambi i casi una grafia errata e da evitare (proprio come dò, fà e stà).

Quando si usa che?

ché cong. – È la cong. che, adoperata col senso di perché (interrogativo o causale), e scritta con l'accento perché pronunciata con tono vibrato: padre mio, ché non m'aiuti? (Dante); teneva le mani in tasca ché sentiva freddo.

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